DIECI è uno spettacolo teatrale assolutamente da non perdere e che se lo vedi una volta ti resta dentro per sempre!
Dieci sono i personaggi che attraverso dieci monologhi si raccontano. Dieci sono le vite narrate da dieci voci diverse che disegnano quell’universo denso e variegato che è Napoli.
Non in quanto area geografica circoscritta, ma in quanto realtà universale che racchiude in sé pieghe nascoste dell’animo umano.
Dieci come i dieci comandamenti. A cui ogni monologo è intitolato. E a cui ogni personaggio è legato. Dieci non è solo Napoli. E’ quella speciale capacità umana che permette di sopravvivere alle condizioni più estreme, di accettare e normalizzare anche l’intollerabile.
E’ uno spettacolo dentro al quale poter ritrovare una parte della propria fatica di vivere e forse, tra le righe, una possibile via di scampo.
E nonostante tutto quello che viene fuori dai racconti è anche una dolcezza, una tenerezza e una poesia che sembra non possano far parte di uomini, donne e bambini così arrabbiati con la vita. In scena una sola attrice a portare il suono di quelle voci che arrivano da strade dentro vicoli scuri, i canti, i rumori, i silenzi.
Non avrai altro Dio fuori di me
Non nominare il nome di Dio invano
Ricordati di santificare le feste
Onora il Padre e la Madre
Non uccidere
Non commettere atti impuri
Non rubare
Non dire falsa testimonianza
Non desiderare la donna d'altri
Non desiderare la roba d'altri
Un libro trovato per caso. Una raccolta di racconti in prima persona. Ognuno anticipato da un titolo che è uno dei dieci comandamenti appunto. Una lettura dalla forte anima teatrale. È così che Dieci (Adelphi, 2007) di Andrej Longo si trasforma da lettura in copione per Elena Dragonetti.
«In questi racconti - spiega Elena Dragonetti - ho ritrovato dinamiche molto simili a quelle che ho conosciuto a Minpurno, comune del Lazio al confine con la Campania dove sono cresciuta. Anche se alcune delle storie sono molto estreme e si riferiscono alla realtà della Camorra per esempio, hanno tutte tratti decisamente riconoscibili e, al di là dei casi particolari, parlano della vita di ognuno di noi».
Si parla della relazione dell'umano con il potere, di violenza e abusi di ogni genere, ma anche della fatica di vivere e di come questi personaggi vivano semplicemente la loro parte nel copione della vita che, in una spinta alla sopravvivenza, li porta ad inserire nella normalità anche gli episodi più intollerabili. Si passa dal quotidiano al tragico, nel senso più alto del termine senza scadere mai nel dramma. Così per esempio troviamo un bambino di tredici anni costretto ad uccidere la madre, malata terminale, perché nessun adulto vuol farsi carico della situazione, prendersi alcuna responsabilità. Per questo lui ricorre ad una specie di eutanasia casalinga - perché qualcuno doveva farlo.
PER INFO e PRENOTAZIONI: Tel. 333 1571769 (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00) oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.